Radere al suolo i diritti di un territorio a norma di legge.

Tirrenica: Lotto 6A Tarquinia Civitavecchia km 81,700 della SS Aurelia

Tutto è cominciato il 7 Dicembre quando Patrizio Podda ha lanciato un appello dalla piazza in cui eravamo riuniti per la giornata informativa NO SAT.

https://www.perilbeneditarquinia.it/2013/12/08/la-fregatura-chiamata-tirrenica/

Lo sgombero era previsto per il giorno 16 Dicembre.

Il 17 dicembre, esattamente alle ore 18 il chiosco dei fratelli Podda, situato sulla SS Aurelia, all’uscita dell’odierna autostrada A12 è stato spazzato via dalle ruspe della SAT.

Noi c’eravamo; ci siamo stati per 2 giorni e due notti, presidiando l’area perché era previsto lo sgombero forzato con l’ausilio delle forze dell’ordine. Le persone che a mano mano arrivavano, aggiungevano umanità e volontà di rimanere, per solidarietà, per esserci in momenti difficili, una sorta di terapia di gruppo, per diluire tra tanti le ingiustizie subite fino ad oggi.

L’area in cui insisteva il chiosco dei fratelli Podda è interessata dai lavori per la costruenda autostrada. Di qui la rimozione.

I fratelli Podda, nonostante il loro chiosco fosse lì dal 1992, non hanno mai avuto la proprietà dell’area; per questo oggi la SAT non gli ha riconosciuto un bel niente, nessun risarcimento, ed ha proceduto allo sgombero forzato.

Niente di quanto detto era in discussione: il chiosco sarebbe stato rimosso. Semmai in discussione è il come ed il quando, è stato disposto lo sgombero.

Proviamo a raccontarvi perchè abbiamo difeso l’azienda Podda, rischiando di passare per quelli che difendono un’area destinata comunque a sparire, per effetto del progetto dell’autostrada.

Se il fatto che il chiosco occupava un’area espropriata ha legittimato SAT alla distruzione di una azienda (e con essa di una fonte di lavoro, non solo quello dei fratelli Podda), parliamo allora seriamente di abusivismo, di chi abusa e di abusati.

Ci siamo chiesti, ma quante aziende non direttamente coinvolte dal tracciato, quindi non risarcite da nessuno, perderanno il loro lavoro? La risposta è tantissime, ma di questo nessuno parla.

Le attività che chiuderanno, perchè la SS Aurelia sparirà, saranno tantissime, non abusive, rase al suolo senza che si debba ricorrere alle ruspe.

La storia vissuta al presidio per i fratelli Podda ha il merito di aver mostrato il lato oscuro del progetto SAT, quello che schiaccia e che chiede il ricorso della forza pubblica. Il privato e il pubblico, la doppia faccia di questo progetto. Vederli uniti a distruggere e a vegliare sulla distruzione, davanti ai cittadini che provano pacificamente a difendere un diritto. Noi eravamo e siamo gli unici in questa storia a difendere ciò che è da sempre pubblico, una proprietà dello Stato, la Via Aurelia. Nessun altro lo fa. Un paradosso, un corto circuito.

Le ferite del cantiere in corso per il lotto 6A sanguinano ogni giorno: la terra rubata, l’inquinamento, l’abbattimento di alberi secolari, olivi e vegetazione spontanea. Tutto per farne una distesa desolata di calce.

Ogni giorno sparisce un ettaro di verde, per fare posto all’asfalto, eppure il verde, il paesaggio non era abusivo, chi risarcirà il danno ambientale e paesaggistico? La compensazione ambientale, sarà fatta di 4 alberelli tristi, al bordo dell’autostrada, con lo stesso effetto che fa una pianta finta, stretti tra pannelli fonoassorbenti di plastica, guard rail.

Nessuno si è preso la briga di valutare questi danni e difendere il territorio.

Difendere il chiosco di Podda è stato un simbolo, difendere lui per difendere ciò che ogni giorno sparisce a norma di legge, compresi i diritti dei residenti, per una forma di sviluppismo suicida, che mortifica i cittadini facendoli sentire inermi, togliendo loro anche la voglia di lottare per il proprio territorio, contro gli appetiti economici di cui è vittima.

Se i fratelli Podda sono stati tacciati di abusivismo, bisogna riconoscere allora che anche SAT è abusiva, anche se a norma di legge, in deroga alle norme che regolano la vita delle comunità, imponendo un cambiamento, senza chiederne il permesso, ne tanto meno risponderne.

Improvvisamente abbiamo capito il recinto in cui ci obbligano a stare: la legge deve essere rispettata ma solo da noi. SAT invece, ricorrendo a leggi ad hoc, può obbligarci a cedere sovranità e territorio per un’opera che, di fatto, ci ha rubato una strada statale per obbligarci a pagare il pedaggio, o utilizzare strade inadeguate e poco sicure.

Gli abusivi non siamo noi!

Lo Stato, le Istituzioni, rispondono a SAT, mettono a disposizione risorse pubbliche, le forze dell’ordine. Anche noi chiediamo di essere difesi. Lo abbiamo fatto con due esposti e un ricorso al TAR. Nessuno ci ha ancora risposto, anche per questo eravamo lì, a chiedere di avere degli interlocutori nella speranza forse vana di ricevere una risposta.

15 Dicembre ore 18.00 ha inizio il presidio

(continua….)