Idee per un programma elettorale

Le idee per il programma.

Per noi, che crediamo nella democrazia partecipata, è desolante restare a guardare i politici fare e disfare a proprio piacimento e prendere decisioni che devastano l’ambiente. Noi crediamo che la politica non possa essere un affare di pochi, noi pensiamo che la politica sia un servizio pubblico.

La classe politica, attuale propone un vecchio modello di sviluppo. Quello del consumo senza limiti delle risorse naturali e del territorio.  Non si sono ancora accorti che i tempi sono cambiati.

Noi crediamo in un modello di  “equilibrio controllato”, nel quale lo sviluppo significhi non più crescita e consumo indiscriminato del territorio e delle risorse naturali, come anche l’ inquinamento.

Per noi sviluppo significa miglioramento della qualità della vita sul nostro stesso territorio, attraverso un controllo serio e puntuale, che garantisca alle generazioni future, ovvero ai nostri figli e nipoti, le risorse naturali necessarie.

Solo e soprattutto da noi cittadini deve iniziare il cambiamento. Per questo abbiamo deciso di non delegare altri, ma di farci avanti e presentare una lista civica alle prossime elezioni.

La salvaguardia dell’ambiente e la valorizzazione del territorio, il rilancio del turismo e dell’agricoltura, costituiranno gli obiettivi principali della nostra lista civica.

Cosa pensiamo di fare per il lavoro?

Pensiamo  che sia necessario sostenere le piccole aziende locali in tutti i comparti economici, per salvaguardare i posti di lavoro.

Oggi fare impresa, investire o produrre diventa sempre più difficile. La mancata crescita produttiva ed occupazionale si rileva, in un insieme di ritardi, assurdità normative e burocratiche, piccole o grandi che impediscono a chi vuole investire e assumere, di farlo.
Questa cultura del sospetto, dell’incertezza, delll’immobilismo ha un costo a carico sempre del più debole. Le regole non sono chiare. Le norme cambiano di continuo a volte in corso d’opera. La mancanza della tutela del credito e l’irrigidimento ( quando va bene) del sistema bancario che non aiuta l’impresa, anzi.

Il lavoro per i giovani, perché non debbano pregare per un lavoro.

Cercando di fermare i processi di esternalizzazione dei servizi comunali per costruire un progetto complessivo che metta a frutto le enormi risorse e i grandi saperi di questa città.
Le aziende chiudono. E non perché mancano i marciapiedi. Manca la tutela alle aziende presenti sul territorio, dare un esempio di un nuovo modello economico.
Dobbiamo cercare di costruire insieme alle realtà più dinamiche del nostro territorio un distretto di economia virtuosa, come i buoni esempi presenti in Italia e all’estero che si sono riconvertite, incrociando le nuove opportunità, dalle energie rinnovabili pulite e alternative.

Esempi importanti come quello dei comuni virtuosi che hanno investito in questa direzione: Capannori (40 mila abitanti) 50 nuovi posti di lavoro grazie alla nuova gestione dei rifiuti e puntando sulla strategia rifiuti zero, come a San Francisco (qualche milione di abitanti!); Ponte nelle Alpi, 200 impianti fotovoltaici, milioni di euro, aziende locali che lavorano, cittadini che risparmiano; Vedelago, un’azienda all’avanguardia, che ricicla materie e crea posti di lavoro e beni durevoli. E cura l’ambiente.
Se ci fosse un progetto per 100 tetti fotovoltaici, quante aziende potrebbero lavorare? Quanti operai?

Piano comunale per la nuova agricoltura.
Incentivi alla produzione locale. La nostra zona, come l’intero paese Italia, dovrebbe puntare di più sulla sua identità, sui suoi prodotti agricoli e artigianali tipici e di eccellenza, sulle sue bellezze. Dobbiamo mantenere alta la qualità dei nostri prodotti e dobbiamo anche riconvertire l’agricoltura, investendo maggiormente nelle coltivazione di prodotti ortofrutticoli che possano soddisfare le esigenze del numero sempre crescente di cittadini che preferiscono la filiera corta. Realizzare piccoli impianti di lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli, per la commercializzazione, la valorizzazione del prodotto.

Insieme al lavoro, la salute dei cittadini, perché non è subordinata mai a nulla.
Fermo no al carbone, no ai progetti di sviluppo industriale e di impianti di incenerimento perché è possibile produrre energia e chiudere il ciclo dei rifiuti senza avvelenare le nostre verdure, il nostro latte, compreso quello materno, senza avvelenare il nostro corpo e quello dei nostri figli.
La tutela del nostro territorio e della sua bellezza ambientale e artistica non è uno slogan o un optional. E’ un obbligo. Perché quando un sindaco giura davanti al Consiglio Comunale fedeltà alla Costituzione, in nome e per conto di tutta la comunità, giura anche sull’art. 9: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”. I nostri padri costituenti ci avevano assegnato un compito con quell’articolo. Tutelare l’Italia, la sua bellezza e i suoi prodotti. Perché l’Italia che noi esportiamo non sono certo i centri commerciali, con posti di lavoro precari, i megaprogetti e le cementificazioni selvagge.

E poi il turismo. Bellezze naturali, artistiche e archeologiche da valorizzare e promuovere, ai nostri prodotti di qualità, produttori di vino, olio e prodotti agricoli che aspettano solo turisti alla ricerca del ben vivere. Organizzare eventi che promuovono e valorizzano il prodotto Tarquinia.

Valorizzare i nostri prodotti agricoli, la cultura gastronomica legata alla tradizione. Noi dobbiamo tutelare la storica vocazione agricola della nostra terra, contro il cemento dei capannoni delle zone industriali.
La Lista Civica per il Bene di Tarquinia si vuole impegnare con passione, umiltà e trasparenza per restituire alla politica e all’impegno civico nelle istituzioni una dignità e un significato nobile.
L’idea che un vento nuovo possa cambiare l’aria, di clientelismi e spartizioni di potere e poltrone.
Ma anche obiettivi di apparente piccolissimo significato.
Con il taglio delle spese di rappresentanza del sindaco, ad oggi di circa 300.000 euro possiamo organizzare tantissime iniziative per il paese.

Aziende Turistiche e agricoltori che se si uniranno, potranno rappresentare, un nuovo mercato della nostra terra, potranno dare vita al più grande punto vendita di prodotti della Provincia.

Tagli ai costi, efficienza amministrativa, le consulenze inutili (quelle che possono essere svolte da dipendenti) saranno tutte eliminate.

Il giornalino comunale sarà redatto dagli amministratori e dai dipendenti, e sarà solo un informatore e non un foglio di propaganda, come quello che abbiamo ricevuto nelle nostre case in questi anni.
Noi avremo sempre la limpidezza d’animo di chi ha innanzitutto tagliato le spese inutili e autoreferenziali e di chi con sobrietà può permettersi di guardare in faccia i cittadini senza il rischio che gli vengano rinfacciati viaggi all’estero a spese del contribuente.

Tarquinia merita di più!  La terra di artisti e autori, non ha un teatro. Ancora non ha uno spazio di produzione culturale prestigioso che possa esportare idee e produrre ricchezza. Dovrà essere un vero laboratorio culturale che entrerà in simbiosi con le scuole del territorio.
Le scuole, dovranno essere oggetto di un piano straordinario di messa in sicurezza. Per dare a tutti noi la fiducia nella salubrità dei luoghi dove vivono i nostri figli.
Rinunciando alle indennità di carica previste per il Presidente del Consiglio comunale, Sindaco, Vicesindaco, assessori, e potremo destinare quel risparmio (quasi 150.000 all’anno) ad integrazione del capitolo di spesa previsto per le attività didattiche.

L’impegno amministrativo per la valorizzazione di tutte le bellezze artistiche ed archeologiche del  territorio, promozione di tutte le attività turistiche,  agrituristiche e balneari.

Si dovrà lavorare per aumentare le presenze turistiche, organizzando attrazioni e percorsi turistici, creati dagli stessi operatori turistici, membri permanenti del gruppo di lavoro sul Turismo.

Curando tutte le risorse naturali, come il  mare ed i fiumi, riscoprendo la nostra storia e le nostre tradizioni, valorizzarle e rivitalizzarle in occasioni speciali e legarle ad iniziative di promozione turistica.

Sulla mobilità. Delle strade. Si dovranno ascoltare le migliaia di cittadini, di questo territorio, che da anni chiedono che vengano innanzitutto messi in opera interventi di riqualificazione e messa in sicurezza delle strade esistenti.

Pensare anche di realizzare una rete di infrastrutture per la mobilità pedonale, ciclabile, mezzi di trasporto pubblico per le zone extraurbane; per una politica di riduzione del traffico, valorizzando il concetto slow, soprattutto nel centro storico, avvantaggio del turista e del commercio interno.
Riducendo del 20% la quantità di auto, si può, premiando chi non possiede autoveicoli, tassando chi ne possiede più di due a famiglia.

Parcheggi

Il problema del parcheggio sarà prioritario, aprendo un vero e proprio cantiere di idee e soluzioni, direttamente dai cittadini, che diventeranno una proposta politica per una discussione che prevederà il referendum consultivo. Gli spazi dedicati al parcheggio saranno razionalizzati per rendere più vivibile il centro storico, per favorire le attività commerciali e artigianali presenti all’interno delle mura, si potrà avere il rimborso del parcheggio, dopo gli acquisti. Tutti i proventi dei parcheggi e delle sanzioni saranno pubblicate sul sito web del comune e il 50% del ricavato dovrà essere re-investito nel servizio di Viabilità

Qualcuno dirà “Che belle idee!”. “Sono solo sogni”. “Occorrono le risorse!”. “Dove li prendiamo i soldi?”,
Bisogna sapere che l’Italia è il paese d’Europa che ha il più basso tasso di accesso ai contributi europei. L’Italia, le sue regioni e le sue città, sono spesso fanalino di coda, anche dopo la Grecia.
E poi, quante risorse si possono recuperare da una corretta gestione del bilancio. Tagliando gli sprechi. Puntando sul risparmio energetico. Con l’illuminazione pubblica a led si può risparmiare fino al 70%. Ma comporta troppa fatica. Occorre fare progetti. La BEI (La Banca Europea degli Investimenti) ha stanziato decine di miliardi di euro per progetti di efficienza energetica. Miliardi di euro che noi, in Italia, fatichiamo ad ottenere. Perché la nostra classe dirigente è pigra.

Il patrimonio comunale non sarà svenduto. Anche partecipando alla campagne nazionali del Forum Italiano Salviamo il Paesaggio, Stop al consumo del territorio, una campagna nazionale che chieda al Governo di assegnare ai comuni le risorse che oggi sono destinate, ad esempio, alle spese militari. Lo sapete che con il prezzo di un cacciabombardiere si possono costruire 187 asili nido? E lo sapete che mentre vi fanno pagare questa crisi, l’Italia spende 16 miliardi di euro per comprare aerei da guerra?

Così come non svenderemo (neppure la nuda proprietà) di beni pubblici e patrimonio comunale per coprire i passivi di bilancio. La città è un bene comune. Il suo patrimonio è un bene comune. Tarquinia non è di chi la governa, ma dei cittadini che la abitano.

Cittadini che potranno partecipare attivamente grazie alla introduzione di forme avanzate di democrazia digitale e di democrazia diretta, come il referendum consultivo sui temi più importanti prima della ratifica del consiglio comunale.
I cittadini decideranno il 20% delle opere pubbliche, definendo priorità e suggerendo idee e progetti.

Queste sono soltanto le idee per cominciare, che utilizzeremo per scrivere il programma ufficiale, che sarà realizzato dai gruppi di lavoro.