Inceneritore: Evidenze scientifiche, sanitarie e sociali per dire no!

L’Inceneritore non lo vuole nessuno, lo capiscono tutti che è una truffa ai danni dell’ambiente, della salute e della stessa filosofia dei rifiuti zero!

A Tarquinia non si dovrà aggiungere neanche un cerino!

Basta!

 

1 tonnellata di RIFIUTI produce 300 Kg di CENERI PESANTI + 30 Kg di CENERI TOSSICHE = AUMENTO DEI RIFIUTI !!!

Dalla documentazione scaricabile dalla proposta di Inceneritore a Tarquinia, in fase di V.I.A. possiamo utilizzare il web per approfondire le notizie sulla A2A Ambiente e chi figura nei documenti, in qualità di legale rappresentante della Società A2A Ambiente:

Allegato A

https://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/17_luglio_13/traffico-rifiuti-napoli-brescia-indagato-amministratore-delegato-a2a-ambiente-aprica-b6c554b0-6797-11e7-b139-307c48369751.shtml?fbclid=IwAR0S-HX5MlGaj27S7LejgqpVrG_l_WHBo8ci-0iUg5rGJVWIPZwgzdSncWo

…Dott.ssa Patrizia Gentilini (ISDE)….Si afferma ad esempio che gli inceneritori “non provocano rischi sanitari acuti e cronici per chi vive in prossimità degli impianti” e che dallo studio epidemiologico Moniter “una delle più sofisticate ricerche al mondo sul rischio connesso alle emissioni di inceneritori […] si evidenzia chiaramente la assenza di rilevanti rischi sanitari acuti e cronici per chi vive in prossimità degli impianti”. Come già tante volte ho avuto modo di scrivere sono viceversa numerosi gli studi scientifici (anche recentissimi) che dimostrano esattamente il contrario e descrivono effetti sia a breve (esiti riproduttivi, malformazioni, esiti cardiovascolari, respiratori) che a lungo termine (soprattutto tumori). E’ vero che per la gran parte (ma non per la totalità) si tratta di studi che riguardano impianti di “vecchia generazione”, ma dove sono studi epidemiologici che valutano gli effetti a lungo termine degli inceneritori di “nuova” generazione?

http://www.ambientebrescia.it/InceneritoriAmbienteSalute2016.pdf

L’inquinamento da inceneritore

Generalmente si pensa che i filtri adoperati per purificare i fumi riescano a trattenere la quasi totalità di questi inquinanti. In realtà anche i filtri tecnologicamente più avanzati abbattono solo gli scarti più grossolani e lasciano passare proprio la pericolosa frazione ultrafine, che possiede una superficie di contatto di circa 3000 volte superiore rispetto ai PM10. Pertanto il vanto da parte di A2A di emettere dai camini una modesta quantità in peso di ceneri risulta vano. In presenza di polveri ultra fini, il metodo di misura in peso non risulta appropriato. Inoltre, se è vero che il sistema dato da inceneritore e centrale di Lamarmora è stato stimato che emetta solo il 9% delle polveri totali per l’agglomerato di Brescia (fonte INEMAR 2014), questo quantitativo risulta concentrato praticamente in un unico punto, quindi la ricaduta delle polveri è su una superficie assai più piccola dell’agglomerato urbano…

https://www.blogagricolo.it/a-brescia-si-muore-di-mal-d-aria/

…A titolo di esempio ricordiamo che, nel 2008, la Centrale del Latte di Brescia (città dove è presente l’inceneritore più grande d’Italia) ha riscontrato la presenza di diossine – con una tossicità equivalente ben oltre i limiti di soglia (tra i 6,5 e gli 8 picogrammi per grammo di grasso) – nel latte proveniente da sette aziende agricole ubicate nei pressi dell’impianto d’incenerimento. Altre analisi effettuate su alcune mamme di Brescia hanno evidenziato una tasso di diossina pari a 147 pg/g di grasso nel latte materno. Nel 2007, sempre a Brescia, l’Istituto Superiore di Sanità ha misurato le diossine del tipo PCDD-F presenti nell’aria. L’indagine è stata condotta nel mese di agosto, quando il traffico risulta ridotto e quando le principali industrie sono chiuse. Periodo in cui, tuttavia, l’inceneritore funziona regolarmente. Il confronto con altre misurazioni, condotte negli ultimi anni in diverse località nella stagione estiva, mostra chiaramente come le concentrazioni di diossine nell’aria di Brescia siano le maggiori, con quantitativi almeno tripli rispetto alla media. Numerosi altri studi epidemiologici dimostrano, inoltre, gli effetti reali degli impianti d’incenerimento sulle popolazioni che risiedono nei dintorni: basta citare lo studio effettuato – sempre nel 2007 – in provincia di Venezia dal Registro Tumori dell’Istituto Oncologico Veneto.

https://www.lospiffero.com/ls_ballatoio_article.php?id=293

http://www.epiprev.it/materiali/2014/EP2/S1/EPv38i2S1_SENTIERIind.pdf

…A Brescia c’è uno tra i più grandi forni d’Italia: 981mila tonnellate annue autorizzate in capo alla multiutility A2a. La provincia di Brescia è quella con il tasso di produzione pro-capite di rifiuti più alto della Lombardia (517,1 chilogrammi) e registra una percentuale di raccolta differenziata sotto la media regionale (58,1% contro 58,7)

https://altreconomia.it/la-bolla-degli-inceneritori/

L’inceneritore più grande d’Europa è in Italia, a Brescia. È una struttura che riceve premi e riconoscimenti, ma purtroppo dalle stesse Università private che ricevono cospicue donazioni da parte delle società che gestiscono l’inceneritore. È in questo stato di cose che risulta difficile ottenere le analisi condotte sulle popolazioni prossime agli inceneritori. A2A non ha ancora reso pubblici i dati relativi ai microinquinanti ( diossine, pcb, Ipa, metalli pesanti ) per tutto l’anno 2011 e per il primo semestre 2012 e inoltre le emissioni di NOx (Ossidi di Azoto, precursori delle PM2,5 e PM10) dell’inceneritore di Brescia sono quasi il doppio per metri cubi di quelle dell’analogo inceneritore di Milano. Un impianto quello di A2A che brucia 800 mila tonnellate di rifiuti l’anno in tre linee in una Provincia che produce 365 mila tonnellate di rifiuto solido urbano indifferenziato avviato all’incenerimento, in una citta’ dove la raccolta differenziata è ferma al 40%.

Interrompere questo stato di cose è giusto e necessario. Per la salute nostra e dell’ambiente che ci circonda . Rimettere in ciclo ” materie prime di seconda generazione ” fa’risparmiare soldi alla collettivita’ e crea nuovi posti di lavoro .

http://www.antinocivitabs.org/sporchi-da-morire-linceneritore-uccide-asl-arpa-paroli-a2a-inquinamento-a-norma-di-legge.html

….l’inceneritore sia alternativo alla discarica, mentre invece l’inceneritore è alternativo alla raccolta differenziata ed al riciclaggio. Corre l’obbligo solo di ricordare che l’inceneritore di Brescia produce ogni anno 180.000 tonnellate di rifiuti speciali, in forma di scorie e polveri,  di cui 30 mila pericolosi, mentre, se si applicasse a Brescia il “modello Priula”, i rifiuti da smaltire sarebbero circa 100.000 tonnellate. Ma per l’inceneritore si dovrebbero conteggiare anche i 5 miliardi di m3 di aria inquinata, anch’essa “rifiuto”, pari a circa 3 milioni di tonnellate (almeno 800.000 solo di CO2), per cui un inceneritore andrebbe considerato in realtà,  come con un involontario lapsus freudiano è stato denominato dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Brescia, un “impianto di termogenerazione di rifiuti [sic!]”.[17]

http://www.dmi.unipg.it/mamone/sci-dem/nuocontri_1/ruzzenenti_r.htm