Lettera ai giovani vecchi!

Il giovane vecchio in politica, l’apparente coesione delle coalizioni e un futuro che è già passato.

 

L’elemento comune diffuso in questa campagna elettorale fra le varie coalizioni partitiche è una nuova specie: il “giovane vecchio”. Il giovane vecchio si presenta con un bel volto, una data anagrafica oggettivamente verde rispetto al panorama politico, a volte parla una lingua moderna, in altri casi non lo si sente mai se non con il timer a comando, dipende dai casi. Sui volantini o i santini elettorali ha una bella posa, accompagnata da frasi ad effetto; di nuovo e fresco il giovane vecchio ha solo l’aspetto, dato che il suo modo di agire è già logoro, se non addirittura stantio rispetto a quello di chi governa ora. Propone soluzioni vecchie per problemi nuovi, si autoelegge rappresentante di un mondo nuovo che non conosce nemmeno. Il giovane vecchio professa la sua obbedienza al suo candidato sindaco e la coesione del suo schieramento politico.

Viene da chiedersi se tanta unità degli schieramenti che si contendono il governo della città sia reale oppure no. Se nel centrodestra i “giovani vecchi” si sono divisi da subito, nel cosiddetto centrosinistra l’immagine di coesione è di pura facciata: la meglio gioventù del Pd scalpita e annaspa, scavando la buca sotto i piedi degli esponenti dell’attuale amministrazione. Così, nello schieramento “forte e coeso” del Sindaco attuale, da una parte troviamo gli amministratori uscenti, dall’altra, obbedienti e rispettosi, ma solo nell’aspetto e nella forma, i giovani vecchi del Pd, che fingono ammirazione e rispetto del leader.

Si sa che la regola per chi governa è innanzitutto vincere. Come, non importa: i conti si regoleranno dopo le elezioni, intanto tutti uniti, le lotte intestine le riprendiamo dopo. Ciò non toglie che anche nell’attuale campagna elettorale, emerge in maniera nitida la spaccatura esistente in seno alla maggioranza, con la fronda di cui Armando Palmini è il vessillifero, ma che ha nel Presidente Antonelli il capocordata, con il sostegno nemmeno troppo velato dell’ex segretario PD Luigi Gentili.

Il fatto che i posti da assessore e consigliere, che gli incarichi da assegnare in società partecipate o consorzi saranno, per legge, minori rispetto al passato, acuisce ancor di più questa lotta sotterranea, subdola ma esistente, le cui conseguenze esploderanno all’indomani del voto.

Questo risultato altro non è che la conseguenza più generale di anni di politica fatti senza coinvolgere direttamente e in maniera innovativa i cittadini e la cosiddetta società civile; un modo presuntuoso e poco lungimirante di pensare di poter controllare o, in alcuni casi asservire, persone di varia estrazione, inserendole in schemi, correnti e cordate. Oggi, i giovani vecchi sono soli con pochi seguaci; certo sfrutteranno ancora l’onda lunga e la capacità che hanno – anche se minore rispetto al passato – i partiti  di intercettare consensi; godranno dei benefici di un’organizzazione, quella partitica, che da il meglio di se quando si devono ottenere voti. Dopodichè, il nulla.

Per i giovani vecchi, l’esistenza delle liste civiche, che non li sosterranno nemmeno al secondo turno, è qualcosa di inconcepibile, qualcosa da limitare, poiché non inseribile negli schemi di creazione del consenso. Abituati a modi di fare superati, non intendono che la freschezza e la gioventù delle proposte non sta nella forma, ma nella sostanza e nella lungimiranza delle idee stesse, aldilà di chi le pronuncia.Il nuovo non è dato solo dall’età anagrafica ma anche dai modi di agire, pensare e programmare. Il territorio, il futuro e i valori condivisi, non possono essere lasciati ai giovani vecchi.. Meditate gente.