GREENPEACE: IN EUROPA IL CARBONE UCCIDE DUE PERSONE L’ORA

GREENPEACE: IN EUROPA IL CARBONE UCCIDE DUE PERSONE L’ORA

ROMA,12/06/13 – I fumi emessi dalle ciminiere delle centrali
elettriche a carbone, in Europa, uccidono più di due persone l’ora. È
questo il dato più allarmante del rapporto “Silent Killers”,
presentato oggi da Greenpeace.

Lo studio, basato su una ricerca condotta dall’Università di
Stoccarda, evidenzia gli impatti sanitari dell’inquinamento prodotto
dalla combustione del carbone nei Paesi dell’UE: 22.300 morti
premature – su base annua – equivalenti alla perdita di 240.000 anni
di vita. I fumi delle centrali censite nella ricerca determinano
inoltre la perdita annua di 5 milioni di giornate lavorative.

Secondo il rapporto, nel 2010 il carbone ha causato in Italia 521
morti premature, equivalenti a 5.560 anni di vita persi, e determinato
la perdita di 117 mila giornate di lavoro.
Enel, la grande multinazionale elettrica italiana, è la quinta peggior
compagnia a livello europeo, in termini di impatti sulla salute, se si
includono anche le emissioni delle centrali della Slovenské
Elektrárne, controllata da Enel per il 66 per cento.
Alla produzione di Enel, nel 2010, secondo la ricerca dell’Università
di Stoccarda, è riferibile una stima, in tutta Europa, di 11.660 anni
di vita persi. Enel è anche la quarta peggior compagnia europea per
quanto riguarda il carbone “di domani”, ovvero gli impatti sanitari
che si avrebbero dalle centrali in progettazione o in via di
realizzazione.

Proprio agli impianti che potrebbero vedere la luce nei prossimi anni
è dedicato un capitolo dello studio dell’università tedesca: 52
progetti di nuove centrali risultano attualmente in fase di
realizzazione o di autorizzazione. Se entrassero in funzione, ogni
anno in Europa si avrebbero danni alla salute umana equivalenti alla
perdita di ulteriori 32 mila anni di vita. Tenendo conto del fatto che
una centrale opera normalmente per un ciclo di vita di 40 anni, in
prospettiva questi progetti equivarrebbero alla perdita di 1,3 milioni
di anni di vita.

“Lo studio realizzato dall’Università di Stoccarda è l’ennesima prova,
qualora ve ne fosse  bisogno, che il ‘carbone pulito’ sbandierato
dalle compagnie energetiche non esiste” afferma Andrea Boraschi,
responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “I
dati di molte istituzioni e organismi sovranazionali confermano che
l’aria che respiriamo può essere uno dei maggiori agenti patogeni per
la nostra salute. In Europa, il carbone è una delle principali cause
di avvelenamento dell’aria. Per salvare i nostri polmoni, e salvare il
clima dalle emissioni di gas serra, dobbiamo mettere fine all’era del
carbone e avviare una radicale rivoluzione energetica”.

Le circa 300 centrali a carbone funzionanti in Europa producono un
quarto dell’energia elettrica consumata nell’Unione ma emettono il 70
per cento degli ossidi di zolfo e più del 40 per cento degli ossidi di
azoto provenienti dal settore elettrico. Queste centrali sono la fonte
di circa la metà di tutte le emissioni industriali di mercurio, di un
terzo di quelle di arsenico e producono quasi un quarto del totale
delle emissioni europee di CO2.

I Paesi maggiormente colpiti, in termini sanitari, dalle emissioni del
carbone sono la Polonia (dove il carbone causa più di cinquemila morti
premature l’anno), la Germania, la Romania e la Bulgaria. Le aziende
maggiormente responsabili di questi impatti sono invece la PGE
(polacca), RWE (tedesca), Vattenfall (svedese), PPC (greca) e Enel
(italiana, compresa la controllata Slovenské Elektrárne).

Greenpeace chiede all’Unione Europea di fissare nuovi obiettivi
vincolanti di sviluppo delle rinnovabili (45 per cento), di
abbattimento dei gas serra (55 per cento) e di efficienza energetica
per il 2030. E di porre fine all’”età del carbone” al più tardi entro
il 2040.
Gli scenari energetici di Greenpeace – già adottati dall’IPCC –
dimostrano come, per garantire i fabbisogni energetici europei, non
serva costruire nuove centrali a carbone. Piuttosto, con lo sviluppo
delle fonti rinnovabili e il risparmio energetico garantito da serie
misure di efficientamento, è possibile cominciare sin d’ora a chiudere
le centrali a carbone più vecchie e inquinanti. Oggi questa
prospettiva è stata confermata perfino dall’IEA (International Energy
Agency), che chiede all’Europa di iniziare presto il phase-out del
carbone.

Leggi il rapporto “Silent Killers”;
http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2013/clima/Killer_silenziosi.pdf
Leggi l’infografica “Come ci ammaliamo di carbone”:
www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2013/clima/Killer_silenziosi_infografica.pdf
Leggi la scheda stampa con i numeri del rapporto:
http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2013/clima/carbone-scheda-numeri-giugno-13.pdf

Contatti:
Gabriele Salari, Ufficio stampa, 06.68136061 int. 251 – 348.3988615
Andrea Boraschi, Resp. campagna Energia e Clima, 06.68136061 int.257 –
345.7491523

Andrea Boraschi — Responsabile Campagna Clima e Energia – Greenpeace Italy

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