La giustizia dove sta!

Lettera aperta di Elvio Di Cesare segretario dell’Associazione Caponnetto 
Un misto di sentimenti che ci pervadono.
Dalla gioia al dolore.
Dallo sfinimento fisico,alla soddisfazione morale ed intellettuale,all’angoscia.
Ed all’orrore.
Una settimana di fuoco,quella appena conclusa.
Tre giorni impegnativi,uno dopo l’altro:
– una riunione del Consiglio Direttivo dell’Associazione per l’esame della situazione che riguarda l’avvelenamento dei territori e per decidere le ulteriori azioni da compiere;
-la consegna dei risultati di un duro lavoro di indagine durato un tempo lunghissimo;
-l’incontro con il V.Ministro degli Interni per Gennaro Ciliberto.
Potremmo gioire,paghi , per aver reso un servizio al Paese degli onesti.
Ed,invece,siamo afflitti dal dolore,dall’angoscia,dall’orrore.
Dubbiosi,quasi,dell’utilità di tante nostre fatiche,fisiche,economiche,intellettuali,.morali.
Mentre ci giungono dal Paese notizie tristi che offuscano l’immagine dell’intero fronte dell’antimafia sociale a causa del comportamento di taluni scriteriati,opportunisti,affaristi,disonesti, che la usano a proprio uso e consumo e,al contempo,si consuma sotto i nostri occhi la tragedia di altri nostri amici che espongono la propria vita – e quella dei propri familiari – a rischi mortali per aver improvvidamente creduto ad una giustizia che é,invece, ancora tutta da costruire.
Ma quello che ti strappa il cuore più di ogni altra considerazione é la profonda,letale solitudine in cui ti trovi,circondato da un mare,un oceano di ipocrisia, di viltà,di disinteresse,di omertà di tanti,tantissimi,che girano lo sguardo dall’altra parte.
Mentre il Paese precipita nel baratro.
Grumi,spezzoni di una società lacerata,spezzata,frammentata,senza un volto univoco che ti vede come una mosca bianca,predicatore solitario in un deserto fatto di miserie ,dalle dimensioni inenarrabili ed indefinibili.
L’altra sera,a Roma,davanti e nel palazzo del Viminale,il simbolo della legalità,si é consumata una tragedia che ci ha fatto crollare tutte le certezze.
Un incontro ed i fatti successivi che ci hanno dato il senso del vuoto tremendo nel quale viviamo.
Un vuoto che – fatto ancor più grave -stiamo tramandando ai nostri figli,alle giovani generazioni.
Una giornata orribile conclusasi con l'”ammanettamento “del povero Pietro Di Costa -un Testimone di Giustizia- e con il suo accompagnamento -stavamo per dire….con il suo trasporto,insieme a Gennaro Ciliberto,altro Testimone-presso il Centro Immigrazione,per il prelievo delle loro immagini e delle loro impronte digitali.
Testimoni di Giustizia preziosissimi che hanno reso e rendono,pagando prezzi altissimi e mettendo a repentaglio la propria vita,servizi di un valore incalcolabile a questo Stato,trattati come dei volgari e pericolosi delinquenti.
Alla notizia – li avevamo lasciati da qualche ora dopo aver incontrato il V.Ministro degli Interni e trascorso con loro quasi l’intera giornata – abbiamo capito,a distanza di venti anni,il senso profondo delle tragiche parole di Nino Caponnetto al cospetto della salma martoriata di Paolo Borsellino:
“E’ finito tutto”.
Abbiamo la mente sconvolta ed il cuore a pezzi dopo aver visto caderci il mondo addosso……..
Vogliamo urlarlo con tutta l’energia residua a quelle tante,tantissime persone responsabili e pulite di questo Paese – il nostro Paese per la cui civiltà e la cui democrazia,pur nel limite delle nostre misere forze,ci siamo battuti sin da ragazzi -:
SALVATELO DAL BARATRO NEL QUALE STIAMO PRECIPITANDO.