TARI: A Tarquinia aumenta ogni anno, perché manca la tariffa puntuale, la differenziata spinta e la raccolta del compostaggio domestico.

Tari 2018, ancora aumenti per le utenze non domestiche!

Ci risiamo, arriva puntuale la cattiva notizia che non vorremmo leggere, nonostante l’impegno delle attività commerciali e turistiche nell’adempiere alle buone pratiche di raccolta differenziata, la tariffa aumenta ogni anno.

Aumenti per tutte le categorie che tuttavia fanno la differenziata, con tanta fatica, del cosiddetto porta a porta.

Ma come sia possibile è altrettanto facile da capire, il metodo con cui si ripartisce la tariffa è sbagliato, iniquo e per questo aumenterà ancora.

Manca la tariffa puntuale, manca la differenziata spinta, manca la raccolta del compostaggio domestico.

Manca la capacità amministrativa di adempiere allo scopo primario del servizio di raccolta dei rifiuti urbani: ridurre all’origine il rifiuto.

A Tarquinia, vergognosamente non si incentiva ne si raccoglie il compostaggio domestico, che da solo vale il 30% del peso del rifiuto totale conferito.

A Tarquinia si raccoglie l’umido, che non può essere trasformato in compostaggio aerobico, ma in umido che finisce in una discarica simile a quella dell’indifferenziata, oppure nella filiera della raccolta utile per lo smaltimento attraverso il processo del compostaggio anaerobico, ovvero del Biogas.

Tarquinia è un paese agricolo, ma si permette il lusso di buttare i soldi per conferire l’umido, e spendere un sacco di soldi per smaltirlo.

Nel 2017 abbiamo speso una cifra enorme: 781.511,43 euro per conferire i rifiuti indifferenziati con un altissimo 53%  sul totale dei rifiuti totali e poi 102.215,53 euro per smaltire e conferire l’umido, che non essendo compostaggio non si detrae dal peso totale dei rifiuti, visto che il trattamento non è quello naturale del compostaggio aerobico.

In sintesi buttiamo via soldi e materie prime, dei veri campioni di spreco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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La proposta di un Ecomuseo della Valle del Mignone e della Farnesiana

 

 

 

 

 

 

 

 

 Venerd’ 9 Marzo 2018 ORE 17.00 presso la sala consiliare di Tarquinia per la presentazione della proposta di un’ecomuseo della Valle del Mignone e della Farnesiana

 

“L’ecomuseo è un’istituzione culturale che assicura in forma permanente, su un determinato territorio e con la partecipazione della popolazione, le funzioni di ricerca, conservazione, valorizzazione di un insieme di beni naturali e culturali, rappresentativi di un ambiente e dei modi di vita che lì si sono succeduti”.

Da questa dichiarazione di principio nasce nel maggio 2017 l’idea di Italia Nostra, sezione Etruria,  di poter realizzare un ecomuseo della Valle del Mignone e della Farnesiana.

L’opportunità è scaturita successivamente  all’ approvazione in Consiglio regionale del Lazio, della Legge Regionale 11 aprile 2017, n. 3, “Riconoscimento e valorizzazione degli ecomusei regionali”.

La proposta di un Ecomuseo della  Valle  del Mignone e della Farnesiana  pone al centro della propria attenzione il territorio inteso come un museo diffuso, da salvaguardare e tramite il quale orientare con maggiore coerenza le scelte  di sviluppo per un turismo sostenibile. L’ecomuseo è una grande opportunità di promozione del territorio per le sue peculiarità archeologiche e naturali.

Il programma prevede alle ore 17.00 la presentazione del PROGETTO dell’ECOMUSEO con i saluti delle Istituzioni presenti e alle 18 la visione del video DOCUMENTARIO DELL’ECOMUSEO a cura di Exploretuscia. Alle 18.30 una breve illustrazione della proposta dell’ Ecomuseo, la presentazione della mappa delle aree interessate, la descrizione del vecchio cammino etrusco, la “Via Tarquiniese” .

La presentazione si concluderà alle ore 20.00 con un APERITIVO con i prodotti tipici della Farnesiana

Sono stati invitati i sindaci dei comuni interessati dall’ecomuseo e le istituzioni del territorio.

 

Presidente della sezione Etruria

Marzia Marzoli

SS 675: Il Tar fissa l’udienza al 19 Dicembre 2018

 

La Valle del Mignone ha 9 mesi di tregua per salvarsi dalla distruzione…

http://www.civonline.it/articolo/trasversale-orte-civitavecchia-il-tar-fissa-l-udienza-di-merito-sul-tracciato-verde

TAR Lazio, Sez. I, ordinanza n. 1213_2018

Giuseppe Fioroni: Chi non salta sciocco è!

Giuseppe Fioroni, ha un soprannome che non diremo, basteranno le abbondanti notizie che si trovano sul web, inventare non servirà.

Fioroni, nel 2018 si è ricandidato al Parlamento, ci riprova, perché no?

Ha un sacco di soldi da investire nella campagna elettorale, dopo tanti anni in parlamento, di soldi ne ha davvero tanti, da spendere. La sua segreteria è instancabile, organizza, diffonde materiale a tonnellate, telefona per invitare.

Una macchina elettorale formidabile, oramai di mestiere, dal 1996, perché non dovrebbe riuscirci nuovamente?

Di lui si sa tanto, del suo potere di nomina nell’ambito sanitario, del ruolo di dominus nell’intera compagine della politica Viterbese, non teme rivali.

La segreteria di Fioroni, ti chiama anche sul cellulare, per invitarti, i numeri da chi li prende, niente paura, non bada a spese.

La campagna elettorale, chi la paga? Noi naturalmente con i rimborsi elettorali. Spendono e spandono, senza rischi, quelli sono tutti a carico degli Italiani.

Dopotutto, tra i vecchi parlamentari, le elezioni non sono altro  che una ruota della fortuna, male che va, gli riserverà il cospicuo vitalizio accumulato con 5 mandati da parlamentare tra cui uno da Ministro dell’Istruzione. https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Fioroni

Giuseppe Fioroni ha fatto il parlamentare, dal 1996, con un’indennità di circa 15000 euro mensili, il che facendo un sommario conto sulla media della denuncia dei redditi di circa 107.775 (2013), possiamo calcolare approssimativamente che in 22 anni di mestiere nella politica, anche in veste di Ministro in parlamento il pluricampione ha incassato, circa, la modesta cifra di: 3.000.000 di euro.

http://corrierediviterbo.corr.it/news/politica/170423/Ecco-quanto-guadagnano–i-parlamentari.html

https://www.laleggepertutti.it/188670_quanto-guadagna-un-parlamentare#Quanto_guadagna_un_senatore

https://www.money.it/Stipendi-parlamentari-senatori-deputati

https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/25/luigi-lusi-pagava-tutti-tutti-versamenti-dellex-tesoriere-della-margherita/241273/

http://mauriziocosentino.blogspot.it/2010/06/lex-ministro-giuseppe-fioroni-e-i_15.html

http://www.tusciaweb.eu/2018/02/il-ricorso-di-qualche-sciocco-non-fermera-la-trasversale/

Proposta per la vecchia ferrovia: Greenway Orte – Civitavecchia

La riapertura della Ferrovia Orte-Capranica-Civitavecchia

Si parla sempre più spesso  e più insistentemente della riapertura della vecchia  ferrovia Orte­ Civitavecchia ma questa  volta c’è la novità che il progetto in qualche modo ha preso un binario differente da quello iniziale;  ora la Ferrovia è stata inclusa  nel piano  riguardante le ferrovie turistiche.

EVVIVA! Ci verrebbe di esclamare a tutti, UNA  FERROVIA CON TRENINO TURISTICO LUNGO IL CUI TRACCIATO NON PUÒ NON AFFIANCARSI AD UNA SPLENDIDA GREENWAY CHE RENDEREBBE DI FATTO L’OPERA COME UNO DEIPIÙ INTERESSANTI PERCORSI TURISTICI D’ITALIA.

Poi però veniamo sopraffatti dai soliti dubbi e dalle solite incertezze che gradiremmo condividere con tutti voi.

La ferrovia  è stata chiusa perchè non veniva  più utilizzata visti i tempi di percorrenza e la freque dei treni, la linea non era elettrificata, le molte gallerie  non hanno spazio  sufficiente per l’elettrificazione, nella Valle del Mignone c’è un problema idrogeologico che inghiotte una galleria le pendenze in alcuni tratti sono eccessive come del resto i raggi di curvatura di molte  curve, le stazioni  sono quasi tutte diroccate tranne alcune a cui è stata data una diversa  destinazione d’uso la linea Capranica-Civitavecchia è completamente disarmata mentre la parte Orte-Capranica è ancora armata  ma bisognerà comunque disarmarla prima di un futuro utilizzo ed infine il percorso avvicinando Civitavecchia scompare nelle campagne o è stato inglobato in altre opere pubbliche.

Se tutto questo non bastasse negli ultimi decenni abbiamo assistito ad uno sperpero di denaro pubblico che purtroppo è una caratteristica del nostro Bel Paese  infatti sono stati dilapidati circa 300 Miliardi di Lire in opere lungo la ferrovia  che ne avrebbero dovuto garantire  la riapertura ma che invece  sono andati persi per il logorio  del tempo e per lo sciacallaggio di materiali ed è state speso circa 1 milione di Euro per metà finanziato dalla comunità Europea per un progetto di cui sa poco o niente.

Ricordiamoci inoltre una cosa: il costo della linea ferrata per i suoi 87 km di sviluppo. statistiche Ferrovie dello Stato alla mano, potrebbe  oscillare tra i 400 Milioni di Euro (stima ottimisti e riteniamo irreale) e i 1000 Milioni di Euro.

Noi abbiamo un sogno e in questo sogno. come anticipato precedentemente, c’è una ferrovia turistica  funzionante accanto  al tracciato della GREENWAY ORTE-CIVITAVECCHIA ma per tutti motivi esposti abbiamo paura che il progetto  si possa  trasformare in un ulteriore  sperpero di der pubblico o ancora peggio  in un’opera incompiuta, o compiuta ma inutilizzata, da aggiungere alla lista delle italiche  cattedrali costruite nel deserto.

IN FINALE, sperando di essere stati pessimisti invano, auspichiamo che per una volta nella nostra storia  questa opera  possa vedere la luce nella  CONSAPEVOLEZZA CHE  SENZA UN REALE SCOPO TURISTICO E SENZA LA COESISTENZA DI UNA PISTA  CICLOPEDONALE CHE LA RENDEREBBE VERDE, SOSTENIBILE,VIVA E PULSANTE LA FERROVIA ORTE­ CIVITAVECCHIA SAREBBE OPERA MORTA.

http://greenwayortecivitavecchia.it/news.html

22 Febbraio: Cena di solidarietà per la Valle del Mignone

Solidarietà alla Valle del Mignone

Tutti quelli che amano la Valle del Mignone possono contribuire

Le associazioni ambientaliste nazionali, WWF, Italia Nostra, Forum Ambientalista, Gruppo di  Intervento Giuridico, Lipu, unitamente ai firmatari del ricorso, hanno già iniziato a sostenere le spese legali, ma c’è bisogno anche di una raccolta fondi, per affrontare l’intero ammontare dell’impegno economico del ricorso.

Tutti quelli che amano la Valle del Mignone possono contribuire, anche con piccole donazioni, con un versamento all’IBAN IT90V0760105138254474754481, Intestato a Nicola Buonaiuto Causale: Salviamo la Valle del Mignone.

Per tutti gli approfondimenti e maggiori informazioni: www.perilbeneditarquinia.it

Cena di solidarietà per raccolta fondi

 

 

In difesa della Valle del Mignone

SS675: In difesa della Valle del Mignone, le associazioni ambientaliste nazionali, assieme a tantissimi abitanti e aziende agricole, hanno impugnato il provvedimento di compatibilità ambientale del progetto preliminare localizzato in questa valle di grande pregio naturale, storico e archeologico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CS. Le associazioni e i privati cittadini impugnano il provvedimento del governo.

SS675: In difesa della Valle del Mignone, le associazioni ambientaliste nazionali, assieme a tantissimi abitanti e aziende agricole, hanno impugnato il provvedimento di compatibilità ambientale del progetto preliminare localizzato in questa valle di grande pregio naturale, storico e archeologico

 

Le associazioni ambientaliste nazionali di Italia Nostra, Lipu, WWF, GRIG (Gruppo di intervento giuridico) e Forum Ambientalista, unitamente a tanti cittadini, ai titolari di aziende agricole anche biologiche, hanno sottoscritto il ricorso al T.A.R. del Lazio contro il provvedimento deliberato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che il 1° dicembre 2017 ha concesso la compatibilità ambientale al progetto preliminare di Anas, il cosiddetto “tracciato verde”, che prevede il completamento della trasversale, composta da 9 viadotti, 1 galleria e 2 svincoli, nell’area integra della Valle del Mignone.

Il tracciato verde si sviluppa per 18 chilometri circa e, dopo aver aggirato l’abitato di Monte Romano, scende nella Valle del Mignone. Qui interferisce per 14,4 chilometri la ZPS IT6030005 “Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate” e dista tra i 100 metri e 1 chilometro dal SIC IT60I0035 “Fiume Mignone – Basso Corso”, siti della Natura 2000, il principale strumento europeo per la conservazione della biodiversità, tutelati dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”.

Ricordiamo che la localizzazione dell’opera in un’area protetta dalla Direttiva europea è una delle principali ragioni per cui questo progetto preliminare ha ricevuto parere negativo dalla Commissione Tecnica di VIA (d’ora in poi CTVIA) del Ministero dell’Ambiente, che non ha quindi concesso la compatibilità ambientale e che ha definito l’opera sostanzialmente “immitigabile” e “insostenibile”. A nulla è valso il tentativo della Presidenza del Consiglio di richiedere alla CTVIA “eventuali prescrizioni o misure di mitigazione”, utili a legittimare il provvedimento di compatibilità ambientale che si voleva concedere d’imperio laddove negato dallo stesso Ministero dell’Ambiente. La CTVIA ha emesso invece un nuovo parere negativo nel quale afferma come non “sia possibile elaborare eventuali prescrizioni e misure di mitigazione, […] in quanto gli impatti ambientali che si configurano […] sono tali da non poter essere mitigati o compensati”.

Nonostante tutto il 1° dicembre 2017 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deliberato il provvedimento di compatibilità ambientale, avallando una scelta insostenibile a livello ambientale.

Anche il fatto che il progetto rientri tra le opere cosiddette prioritarie per l’Unione Europea (Reti TEN-T), non esime in alcun modo dal rispetto per le aree protette dalla stessa Unione Europea. Il governo ha scelto di privilegiare una logica legata ai costi di realizzazione non considerando i costi delle ricadute negative sull’ambiente, sulla fauna, sulla flora, sul mancato sviluppo legato a un turismo sostenibile. Non è possibile quantificare i danni permanenti e irreversibili dovuti alla distruzione di una valle millenaria, con aree di pregio naturale, storico e archeologico.

Il 30 Gennaio 2018, com’era doveroso, è stato quindi depositato presso il T.A.R. Lazio il ricorso per l’annullamento previa sospensiva della delibera della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Un vero successo di adesioni raccolte in pochi giorni, considerati i soli 60 giorni di decorrenza dei termini – dichiarano i ricorrenti – È inaccettabile infatti permettere che passi il principio scellerato per cui la tutela ambientale debba essere sottomessa a interessi che non sono affatto superiori, in nome di un’idea univoca e generalizzata di sviluppo del territorio”.

È proprio il Ministero dell’Ambiente, con le parole della CTVIA, a dire che “La presenza di un’articolata serie di specifici regimi di tutela paesistica e naturalistica rende questa porzione della maremma laziale un’area che è vocata alla valorizzazione naturalistica e paesaggistica, di grande importanza per l’ulteriore sviluppo di economie locali legate a tali specificità. […] Il tracciato ‘verde’, per quanto riguarda gli aspetti connessi alla tutela ambientale dei luoghi, altera irrimediabilmente un contesto caratterizzato da un paesaggio naturale di altissima valenza, storica, agricola ed ambientale che si è strutturato nel tempo raggiungendo un equilibrio antropico-naturale unico nel suo genere, deteriorando completamente la connotazione sedimentata nel tempo storico-agricolo-boschiva, praticamente integra, della Valle del Mignone”.

Queste le ragioni, tra le molte, per cui la Valle del Mignone va difesa dal completamento della SS 675 e i firmatari del ricorso porteranno avanti questa linea fino a quando non si desisterà da un progetto lesivo dell’ambiente.

Le associazioni ambientaliste nazionali, WWF, Italia Nostra, Forum Ambientalista, Gruppo di  Intervento Giuridico, Lipu, unitamente ai firmatari del ricorso, hanno già iniziato a sostenere le spese legali, ma c’è bisogno anche di una raccolta fondi, per affrontare l’intero ammontare dell’impegno economico del ricorso.

Tutti quelli che amano la Valle del Mignone possono contribuire, anche con piccole donazioni, con un versamento all’IBAN IT90V0760105138254474754481, Intestato a Nicola Buonaiuto Causale: Salviamo la Valle del Mignone.

Per tutti gli approfondimenti e maggiori informazioni: www.perilbeneditarquinia.it

 

Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia

WWF  Italia o.n.l.u.s

Italia Nostra o.n.l.u.s

Forum Ambientalista

Gruppo   di  Intervento Giuridico  o.n.l.u.s.

Lipu-BirdLife Italia

Comitato per la difesa della Valle del Mignone

 

 

Quale strada possibile – video interventi

Il 17 novembre a Tarquinia si è svolto l’incontro pubblico sul tema della SS 675 Orte – Civitavecchia, organizzato da Italia Nostra sezione Etruria e dal Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia.

L’incontro è stato voluto per tenere i riflettori accesi sull’iter del progetto ANAS che intende localizzare il tracciato cosidetto “verde” nella valle del Mignone, zona protetta interessata da una ZPS e da un SIC nonostante il NO del territorio di Tarquinia ma soprattutto nonostante due recenti e circostanziati pareri negativi consecutivi da parte del Ministero dell’Ambiente.

La superstrada viene spacciata per un’opera indispensabile e dovuta per rispondere alla legge obiettivo e all’agenzia della TEN-T che ha investito un milione di euro per il progetto del tracciato verde; è chiaro invece che si tratta solo di una imposizione del governo, al completamento di un superstrada sbandierata da 40 anni. La superstrada potrebbe distruggere l’area di una vallata incontaminata, con un ecosistema fragilissimo e, mentre questo per il governo non rappresenta un problema, per il territorio si tratta di  un’irresponsabilità indecente e pericolosa.

Ecco i video degli interventi: